Brani dal Ritiro – 1

Questo testo è composto da un insieme di brani presi dal libro “Officina Alkemica” di Salvatore Brizzi. Ciascun brano è relativo al capitolo citato nel titolo.

ALKIMIA INFERIOR

I MOTIVI PER CUI LAVORARE SULLE EMOZIONI NEGATIVE

L’uomo identificato con la sua macchina biologica vive nell’allucinazione e le sue reazioni agli eventi del mondo sono dettate dai suoi giudizi, dai suoi fastidi e dalle sue paure, percui si muove in modo scomposto, asincrono e inefficace. Ne è dimostrazione il fatto che i problemi dell’umanità restino sempre gli stessi da migliaia di anni. La personalità umana non è capace di risolvere alla radice le difficoltà esistenziali.

 “La nostra medicina si può fare in ogni tempo, in ogni ora, in ogni persona, si trova per ogni dove e non c’è necessità di far nulla in senso esteriore. Quelli che dicono altrimenti, mirano ad occultare la Scienza. Poiché ti dico che tu stesso, quando la conoscerai, la occulterai. Perciò non stupirti se essi la nascondono, questa essendo la volontà di Dio

Turba Philosophorum

Spiegherò adesso perché le emozioni negative provate dalla nostra personalità non sono mai giustificabili e vanno trasformate.

  • Le emozioni negative nascono dall’incapacità di vedere quello che veramente accade nel mondo intorno a noi.
    Noi crediamo che un evento esterno oggettivo causi il nostro fastidio, invece sono i vecchi schemi di pensiero che ci portiamo dentro (pregiudizi sulla realtà) a mostrarci un determinato  evento così come crediamo di vederlo.
    Se noi viviamo nella sofferenza anziché nella gioia questo è dovuto alla cronica incapacità della nostra personalità di percepire la bellezza della realtà.
    Fino a quando persistiamo ad osservare il mondo attraverso la mente, restiamo ciechi.
    Gesù chiamava il nostro stato di coscienza ordinario “mondo della menzogna”, Buddha lo definiva come illusione e nella tradizione Indù si parla di Maya.
    La macchina biologica è costruita per sopravvivere in un ambiente ostile. Ragiona secondo i principi “mors tua vita mea”, “occhio per occhio e dente per dente”, che derivano dal fondamentale istinto di sopravvivenza che ci accomuna agli animali.  Questo la costringe a percepire un mondo fatto di paura, sospetto, diffidenza, aggressione, competitività …
    L’amore, la tenerezza, la compassione, la collaborazione, il perdo[1]no, la genialità, la capacità di godere dell’arte e della Bellezza sono invece espressioni del Cuore, cioè della Coscienza… del Sé… dell’anima.
  • Le emozioni negative ci privano dell’energia necessaria al pro[1]cesso di trasmutazione. Praticando la via alchemica ci accorgiamo presto che per creare un «testimone» capace di non lasciarsi sopraffare dall’emotività, occorre grande forza di volontà e quindi notevole quantità di energia, perché si tratta di mantenere un certo livello di presenza qui-e-ora. Il motivo per cui talvolta lavorare sulle emozioni negative sembra così difficile è proprio la mancanza di energia.
    La lamentela, le arrabbiature, il nervosismo, il fastidio verso cose o persone, il continuo dialogo interno della mente… scaricano all’esterno la preziosa energia che invece dovremmo utilizzare per la nostra trasformazione. Se l’obbiettivo ci appare inarrivabile, il moti[1]vo è che manifestiamo emozioni negative e ci perdiamo in mille pensieri di giudizio verso gli altri per ore ed ore.
    Se non lavoriamo su queste manifestazioni emotive, non facciamo altro che versare acqua in uno scolapasta, ritrovandoci continua[1]mente al punto di partenza. Non è possibile generare in noi il «fuoco» alchemico, necessario alla trasmutazione dei nostri atomi, fino a quando non imponiamo la presenza di un «testimone» distaccato che comincia a osservare coscientemente le emozioni grossolane e il dialogo interno della mente.
  • Le emozioni negative, così come gli schemi di pensiero che ne sono all’origine e che le giustificano, non ci appartengono: sono fenomeni esterni a noi. La nostra coscienza utilizza una macchina biologica, la quale ha un modo di pensare circa il mondo che è basa[1]to sull’istinto di sopravvivenza e che la costringe a provare certe emozioni… ma tutto ciò non siamo noi! Non siamo un apparato psicofisico, bensì una coscienza divina che attualmente è identificata con esso. Questo modo di pensare, applicato con costanza, permette la nascita del «testimone».
    La macchina biologica si è organizzata, durante milioni di anni di evoluzione della specie, per reagire alle offese e per attaccarsi morbosamente a un partner riproduttivo. Dov’è il libero arbitrio in tutto questo? In verità chiamiamo nostre le emozioni provate da un apparato psicofisico che cerca disperatamente di preservar[1]si. Fino a quando non vediamo ciò con chiarezza – per quanto possa farci male ammettere la nostra meccanicità – non può esser[1]ci liberazione.
  • Trasformando le emozioni negative ricaviamo le emozioni del Cuore. La trasmutazione delle emozioni più basse in emozioni superiori è un raffinato processo alchemico. La vera Alchimia è il lavoro che l’uomo compie sulla sua natura inferiore  con lo scopo di fabbricarsi un’anima.
    Per riuscire in questo lavoro dobbiamo sforzarci di essere presenti; è necessario che una parte di noi diventi il «testimone» delle emozioni negative, senza mai permettere che esse si esprimano nell’in[1]consapevolezza più totale. Una ferma concentrazione è indispensabile, affinché si possa compiere un qualsiasi genere di lavoro trasformativo.
    La maggior parte di noi prova già delle emozioni superiori. Ogni volta che perdoniamo, ci commuoviamo, proviamo amore disinteressato, sentiamo compassione, o andiamo in estasi davanti a un’opera d’arte… stiamo esprimendo delle emozioni superiori. Questo può accadere perché in verità tutti noi siamo, in diversa misura, già identificati con l’anima. Qualcuno molto, qualcuno quasi per nulla.

CONCENTRAZIONE

La concentrazione, o Yoga, consiste nell’impedire le modificazioni del principio pensante. Nei momenti in cui non c’è concentrazione, l’anima assume la stessa forma delle modificazioni della mente. “
Patanjali, Yoga Sutra

Quando veniamo intrappolati dalla nostra mente in un dialogo interno che ci causa rabbia, risentimento, senso di impotenza, paura… dobbiamo utilizzare tutta la forza di volontà di cui siamo capaci per uscire dalla trappola. Noi siamo solo i «testimoni» di quei pensieri, i quali si producono nella nostra mente senza autorizzazione.
È bene si sappia che tutte le sofferenze riportate alla luce dai pensieri ossessivi, sono causate esclusivamente da attività elettriche che avvengono nella macchina biologica di cui siamo ospiti. Sono tormenti INUTILI ai fini della nostra evoluzione interiore. Il problema sta nel fatto che noi siamo perdutamente identificati con queste stupide attività meccaniche.
Possiamo distaccarci da questi fenomeni elettrici in maniera riso[1]luta, impegnando la mente in altre occupazioni: ascoltare musica, vedere un film, leggere, passeggiare, fare sport…
Il fattore chiave che può aiutarci a uscire dalla selva dei pensieri è la CONCENTRAZIONE. Essa è la capacità di focalizzare la coscienza su un dato soggetto e di mantenervela a volontà. La mente, se abbandonata a se stessa, priva di una guida cosciente, torna meccanicamente sulle consuete associazioni di pensiero che ci causano emozioni negative: la paura di perdere il lavoro, la gelo[1]sia nei confronti del partner, l’insoddisfazione per come sta andando la nostra vita…
Se ci abituiamo a concentrare la mente con ferma Volontà sopra un soggetto da noi prescelto e che ci interessa particolarmente, come conseguenza otterremo l’espulsione dei pensieri ossessionanti dal nostro campo mentale.
Possiamo scegliere di concentrarci su ogni singola attività della nostra esistenza, istante dopo istante. Mentre laviamo i piatti, guidiamo l’auto, facciamo la doccia o ci dedichiamo al giardinaggio, invece di lasciar vagare la nostra mente dietro a pensieri oziosi, la teniamo concentrata sulle azioni che stiamo compiendo.