Brani dal Ritiro – 3

Questo testo è composto da un insieme di brani presi dal libro “Officina Alkemica” di Salvatore Brizzi. Ciascun brano è relativo al capitolo citato nel titolo.

ALKIMIA INFERIOR

ALBEDO – OPERA AL BIANCO

Rammentiamo che le varie fasi dell’Alchimia non sono rigorosamente successive, ma si sovrappongono l’una all’altra. Una volta iniziata l’opera di creazione del «testimone», attraverso la disidentificazione dalle reazioni emotive della personalità, comincia parallelamente l’Opera al Bianco, e più avanti l’Opera al Rosso.

La fase di creazione del «testimone» ha rappresentato l’Opera al Nero, cioè la progressiva morte della nostra identificazione con la macchina biologica e la conseguente perdita di potere – incenerimento – delle sue manifestazioni più grossolane. La trasmutazione di ciò che è inferiore – e infero – in ciò che è superiore – e angelico – fa invece parte dell’Albedo, o Opera al Bianco. Essendo le due fasi simultanee, nel momento in cui cominciamo a lavorare per creare il «testimone» (Nigredo) stiamo anche dando inizio alla trasmutazione della nostra struttura atomica con la conseguente fabbricazione del «corpo di gloria» (Albedo).

Fino ad ora, siamo potuti intervenire solo in momenti successivi alla manifestazione delle emozioni negative, avvicinandoci sempre di più ad esse in un cammino a ritroso. Adesso si tratta di prendere di petto queste espressioni e cercare di NON MANIFESTARLE ALL’ESTERNO.

Possiamo però sforzarci – e ci accorgeremo presto di quanto non sia facile – di non far uscire all’esterno l’emozione negativa, pur continuando a considerarla un aspetto prezioso di noi e non un lato oscuro da schiacciare. La pratica consiste nel tenerla dentro e osservarla, evitando di darle libero sfogo. Dovremmo, per quanto ci è possibile, non pronunciare frasi e non compiere altre azioni dettate da fastidio, disagio, disappunto, giudizio…

È indispensabile osservarsi attentamente, per cercare di capire in quali momenti stiamo parlando o agendo guidati dalla manifestazione di tali emozioni. Quante frasi diciamo per rabbia, invidia, vendetta, gelosia, paura di essere abbandonati, timore di non essere all’altezza o di fare una brutta figura? Non manifestare l’emozione negativa vuol dire non parlare o agire come conseguenza di quelle espressioni della nostra animalità che non riusciamo a tenere dentro.

Non manifestarla significa cominciare a possederla.

Per non manifestare le emozioni negative è necessaria una buona capacità di mantenersi presenti e svegli durante tutto l’arco della giornata. Risulta infatti ovvio che, per riuscire a gestirle, dobbiamo innanzitutto ricordarci di farlo! Se ogni cosa nella nostra vita scorre senza attenzione, inosservata, allora non trasmuteremo mai queste emozioni, bensì le rafforzeremo nello stato in cui si trovano. Dobbiamo sforzarci di svegliarci – di tornare qui-e-ora – non appena ci accorgiamo di essere preda di un’emozione negativa e fermarne immediatamente la manifestazione esteriore.

Anche in questo caso, è sempre lo sforzo che conta.

Siamo portati a credere che le emozioni negative siano solo quelle che si manifestano in noi con grande evidenza: l’odio, la rabbia, la gelosia, il desiderio di vendetta… ma ciò non è esatto, perché la nostra personalità vive quasi costantemente immersa dentro piccole emozioni negative; il problema è che siamo oramai così assuefatti a queste espressioni, da non accorgerci nemmeno della quantità di energia che ci portano via quotidianamente. Ci lamentiamo in continuazione, senza esserne consapevoli, riguardo a qualsiasi soggetto: “Oggi fa troppo caldo.” “Oggi fa troppo freddo.” “Che fastidio questa pioggia!” “Che traffico in questa città!” “Non si trova mai parcheggio.” “I treni sono sempre in ritardo.” “Gli aerei sono sempre in sciopero.” “Ho uno stipendio troppo basso rispetto al lavoro che faccio.” “Ci sono troppe bollette da pagare e i prezzi sono sempre più alti.

Anche quando non esprime verbalmente il suo fastidio nei confronti di qualcuno o qualcosa, la nostra macchina biologica riesce a manifestarlo attraverso gesti delle mani, movimenti delle gambe, tic nervosi, particolari posture o espressioni del volto. A ogni emozione negativa corrisponde una precisa postura, un’espressione del volto e alcune frasi… sempre le stesse… che ripetiamo da anni! Osservare il nostro apparato psicofisico all’opera è uno spasso.

Lasciamo che il ‘fuoco lento’ crei il giusto attrito tra il vecchio e il nuovo.

La macchina biologica è la nostra Officina Alkemica.

TRASMUTAZIONE

Un vecchio detto popolare dice: “Chi desidera avere qualcosa che non ha mai avuto, dovrà pur fare qualcosa che non ha mai fatto!”.

Se vogliamo compiere un’opera «sovranaturale», dobbiamo necessariamente pensare e agire in maniera «sovranaturale», cioè «sovramentale».

Nel corso dell’Opera al Bianco la coscienza del nostro piccolo Io gradualmente scompare.

L’Io psichico, o ego, è divenuto il Sé: il Piombo è trasformato in Argento. Amare i propri nemici è un atteggiamento «sovramentale» radicale. Puntando ad esso si può conquistare il Regno dei Cieli.

I ‘nemici’ non sono solo quelle persone fisiche che noi riteniamo ci abbiano fatto un torto, ma anche tutte quelle situazioni che ci causano in qualche modo sofferenza. Un abbandono, una malattia, un’ingiustizia, una nostra paura o il senso di inadeguatezza… ognuno di questi aspetti può essere considerato nostro ‘nemico’. Dobbiamo mettere amore proprio laddove pensiamo ci sia un ‘nemico’.

Lavorando su noi stessi in maniera onesta e risoluta, giungeremo prima o poi a cogliere l’emozione negativa sul nascere e a sostituirla con un impeto d’amore. Non sarà più necessario fare alcuno sforzo o imporci alcunché. Semplicemente, guarderemo una situazione che, di norma, in passato, ci sarebbe apparsa sgradevole… e per la prima volta la percepiremo per quello che realmente è!

Questa è la trasmutazione del Piombo in Oro: il Veleno è divenuto Farmaco. Un’emozione negativa viene colta all’origine e attraverso un atto di Volontà/Amore viene immediatamente trasmutata in perdono, compassione, commozione…

[Non si confonda la trasmutazione Piombo/Oro che concerne la conversione della singola emozione negativa in emozione superiore, con il passaggio della coscienza dall’Io psichico al Sé, che invece viene rappresentato simbolicamente dal Piombo che diviene Argento (fase Albedo). Il salto successivo che permette di passare dal Sé allo Spirito, è invece simboleggiato dall’Argento che si fa Oro, come vedremo più innanzi.]

La nuova sostanza prodotta dalla trasmutazione agisce come un vero e proprio Farmaco sulle nostre ferite emozionali: ciò che prima ci procurava problemi psicologici e, per riflesso, anche fisici, adesso è occasione di guarigione per quel nostro trauma emotivo magari risalente all’infanzia.

Lo scopo di questa seconda fase del processo alchemico è amare ciò che abbiamo sempre rifiutato. Dobbiamo investire d’amore la nostra sofferenza, fino a trasformarla in gioia, e questo va ad annullare gli effetti delle ferite emotive che abbiamo conservato fino ad oggi nella nostra psiche. Non c’è una tecnica per riuscirci: è sufficiente esprimere l’INTENZIONE di farlo, cioè un desiderio così forte di cogliere l’amore da costringerci a polarizzare tutta la nostra Volontà in quell’unica direzione.

Ribadire l’INTENZIONE di amare qualcosa che ci ha sempre causato sofferenza – anche se non sappiamo esattamente come realizzare questo amore – produce IMMEDIATAMENTE i suoi frutti a livello atomico… sebbene essi restino a lungo silenziosi e intangibili per la nostra coscienza ordinaria.

Quando un numero sufficiente di atomi costituenti una singola emozione negativa ha mutato la sua struttura, tale sentimento grossolano comincia a esprimersi in noi come emozione superiore, usando il Cuore come organo di manifestazione.