Reprimere o Contenere?

Nella Pratica del Lavoro su di sé si impara, nel tempo, a contenere sempre più se stessi.
Contenere se stessi significa sostanzialmente osservarsi: osservare i pensieri, le emozioni, le reazioni fisiche; nel tempo si tende così ad acquisire un comportamento diverso da quello che si aveva in precedenza.

Non siamo più gli stessi.

Contenere è non-agire necessariamente tutti gli impulsi che ci attraversano, cosi come non dire per forza tutte le cose che ci passano per la testa.
Contenere è non-dissipare la propria energia sessuale praticando, più o meno frequentemente, periodi di castità.

Questo contenimento consente di utilizzare tutte le energie risparmiate (nel vero senso della parola) per il Lavoro. Consente alla nostra energia Vitale di non seguire i consueti canali espressivi meccanici ma di venire incanalata e utilizzata per il processo evolutivo e per il proprio percorso e sviluppo interiore spirituale.
In primis consente a questa energia di Lavorare in noi per il nostro Risveglio.

La critica che la mente e di conseguenza molte persone fanno è: “ma questo significa reprimermi! Io non voglio reprimermi! Voglio essere libero di esprimere me stesso nella mia spontaneità!”.

ATTENZIONE! Contenere non è reprimere!

La Repressione è un movimento contrario alla vita. E’ un movimento che si origina da un profondo giudizio verso noi stessi che decreta come sbagliato qualcosa di noi e per questo motivo vuole eliminarlo. Poiché non vi riesce, perché non si può eliminare nulla di ciò che siamo o che viviamo, tende costantemente a reprimerlo per fare finta che non esista.

Esempi di repressione possono essere i seguenti:

  • una persona che non ha integrato la propria energia vitale più “bassa” come rabbia, aggressività e violenza. Giudicando sbagliate queste parti di sé e non potendo evitare di viverle reattivamente nei confronti degli altri o di alcune esperienze, fingerà di non viverle! Farà finta di non essere arrabbiata, di non provare ira o di non sentire violenza dentro di sé, reprimendo le proprie pulsioni aggressive;
  • una persona che non vive armoniosamente la propria sessualità. Giudicando sbagliate le proprie pulsioni sessuali tenderà a negarle e censurarle reprimendosi e non permettendosi di esprimere i propri desideri sessuali;
  • una persona che non riesce ad esprimere se stessa nelle sue forme creative. Giudica sbagliata, inadatta o non all’altezza la propria espressione e la propria creatività. Tenderà in questo caso a reprimere e censurare la propria energia vitale creativa alimentando così un processo depressivo.

Ci sono molti altri esempi che riguardano singole esperienze concrete, ma tutte fanno capo ad un movimento principale che determina la repressione: il Giudizio.
Per approfondire la dinamica del giudizio puoi leggere qui.

Ciò che voglio sottolineare in questo articolo è la sostanziale differenza tra Movimento Repressivo e Movimenti Contenitivo.  Il primo, come detto, deriva dal giudizio e dalla censura, il secondo invece è la conseguenza di una Scelta.

Anche se apparentemente all’esterno il risultato può sembrare lo stesso (ma chi ha una certa sensibilità ne percepisce la profonda differenza vibrazionale), internamente il movimento origina da uno spazio di coscienza totalmente diverso.

Potremmo dire infatti che i due movimenti sono due Ottave diverse della stessa cosa.
L’ottava bassa è la repressione e la censura.
L’ottava alta è il processo di contenimento tipico e funzionale al Lavoro su di sé.

Per approfondire la Legge dell’Ottava rimando ad un altro articolo.

E’ dunque essenziale per chi Lavora su di sé comprendere questa differenza e non cadere nella manipolazione mentale che fa credere di contenere quando in verità si reprime.
Il Lavoro su di sé passa prima necessariamente per un lavoro psico-emozionale di sblocco e risoluzione dei propri nodi emozionali e psicologici, consentendo così alla nostra macchina psicofisica di potersi esprimere nella sua spontaneità e naturalezza.

Mentre si compie questo processo è possibile, a piccole dosi, cominciare il lavoro di contenimento di sé.
Posso cominciare a sviluppare maggiore attenzione e quindi osservazione dei miei processi. Così facendo posso iniziare ad osservare la mia mente e il pensiero meccanico, senza necessariamente “vomitare” all’esterno tutto ciò che mi passa per la testa (pensieri che non ho prodotto io ma la mente meccanicamente = immaginazione negativa).
Posso cominciare ad osservare le mie emozioni mentre accadono e mentre mi identifico con esse. Nel tempo posso iniziare ad osservarmi mentre sono identificato senza necessariamente agire meccanicamente e reattivamente  lo stato in cui mi trovo (rabbia, compulsione, tristezza, aggressività, paura… ma anche euforia, allegria, esibizionismo).
Posso cominciare anche ad osservare i movimenti principali del mio corpo e le sue pulsioni per esempio verso cibo e sessualità e decidere, qualche volta, di non agire quella voglia culinaria o quel desiderio sessuale.

Tutto questo non è repressione, ma sapiente contenimento di sé che porta nel tempo ad accumulare una buona dose di energia interiore che, non dissipata, ci aiuta nel processo evolutivo e di Lavoro su noi stessi.